Lascio tutto Badante Testamento

Lascio Tutto alla Badante: Un Caso Di Cronaca

Genova – Nella sua carriera da dentista, a Milano, Guido Carlo Cornia aveva messo da parte una discreta fortuna, frutto del lavoro e dell’oculatezza nella gestione del risparmio.

Una volta in pensione, negli Anni Ottanta, aveva scelto la Liguria come buen retiro. Il suo nome fra Lavagna e Genova lo ricordano in tanti, per l’attività di filantropo e la passione per la cultura. La Procura adesso indaga sui suoi ultimi anni di vita. E in particolare su un’eredità contestata di oltre un milione di euro.

Nel mirino, in particolare, c’è il periodo successivo al 2010, anno in cui l’anziano, nato nel 1924, perde l’amatissima moglie, Maria Grossi. Sprofonda in una forte depressione e perde in breve tempo importanti gradi di autonomia, prima di spegnersi nel 2015 a 91 anni. A beneficiare di buona parte del suo patrimonio è la badante, Tatiana Crihan, 27 anni, moldava, che dopo aver ereditato quasi tutto e ora è stata iscritta sul registro degli indagati per circonvenzione di incapace.

Nella vicenda – in cui spuntano firme false, prelievi a ripetizione e furti di argenteria dalla casa in cui viveva stabilmente la badante – in due esposti vengono segnalati alla Procura anche tre polizze vita accese presso Banca Intesa, e altri due nomi. Il primo è quello di Antonio Curtale, consulente finanziario indipendente che si occupa della stipula di quelle polizze: due di esse, valore mezzo milione di euro, Cornia le aveva intestate al nipote; ma nel giro di due giorni avrebbe cambiato idea, destinandole alla badante.

Il secondo è un nome noto a Lavagna: Mauro Caveri, ex vicesindaco, consigliere comunale e candidato a primo cittadino, ex consulente finanziario e beneficiario di una terza polizza da 300 mila euro: «Tengo a precisare che non avevo alcun ruolo in Banca Intesa – chiarisce -.

Quanto al signor Cornia, eravamo amici da molti anni, ci eravamo conosciuti in banca. Era una persona sola, non ho mai conosciuto suoi familiari. Un uomo colto, appassionato di illuminismo. Quando ci incontravamo chiacchieravamo di politica e talvolta mi chiedeva di cercargli alcuni libri rari. Il lascito ha stupito anche me: non me ne parlò mai e scoprii dell’esistenza della polizza solo dopo la sua morte».

A mettere in discussione lo stato mentale dello zio negli ultimi anni era stato il nipote, a sua volta morto di arresto cardiaco tre giorni fa, senza cioè poter vedere l’esito delle denunce presentate ormai oltre quattro anni prima, nel 2016. Ritardi che, adesso, vanno a rinfocolare una polemica che nel 2019 aveva portato la famiglia a chiedere l’avocazione dell’inchiesta alla Procura generale. Dopo quell’istanza, a gennaio del 2020, il pm Paola Crispo ha chiuso l’indagine sui movimenti anomali sul conto corrente, 180 mila euro e notificato un avviso di garanzia alla badante. Mentre il filone sulle polizze sarebbe tutt’ora in corso. Sebbene in quattro anni, spiega non senza sorpresa Caveri, nessuno lo abbia citato come testimone.
Adesso la famiglia – la moglie e il figlio del nipote appena deceduto – chiede di rivedere quell’eredità. Sul fronte penale alcuni reati rischiano la prescrizione. Su quello civile i legali hanno presentato una richiesta danni nei confronti di Banca Intesa, citata per omesso controllo. L’istituto per il momento ha preferito non pronunciarsi.

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