Badante certificazione

Certificazioni in arrivo per le badanti

Come scegliere una badante affidabile? Che referenze chiedere a un’aspirante governante? Con quali criteri selezionare una persona da affiancare a un genitore anziano e malato?

Uno strumento per dare indicazioni, di interesse per 2,5 milioni di famiglie e per un esercito di operatrici e operatori, è in dirittura d’arrivo.

Anche le tate, le colf e le badanti che lavorano nelle nostre case – irregolari o sommerse in molti casi, al 70 per cento di origine straniera – nel futuro prossimo potranno conseguire e far valere una “patente” professionale (sempre che gli enti abilitati al rilascio di certificazioni si rendano disponibili anche in questo ambito).

Chi ha bisogno di aiuto tra le mura domestiche, specularmente, potrà scegliere l’assistente basandosi sull’attestazione standardizzata delle competenze, oltre che con i metodi usati finora: segnalazioni di amici o parenti, passaparola, annunci e inserzioni.

 

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Una nuova certificazione per scegliere al meglio la badante

La recentissima Norma tecnica Uni 11766:2019 ha introdotto in Italia una novità, per ora teorica, per governanti, baby sitter e affini: la possibilità di conseguire un attestato conforme all’European qualifications framework, il sistema che permette di confrontare le qualifiche professionali dei cittadini dei Paesi europei, cioè le certificazioni formali rilasciate da un’autorità competente a conclusione di un percorso formativo.

Per passare dalla teoria alla pratica – cioè dalla possibilità di avere la “patente” al conseguimento effettivo – ci vorrà ancora un po’ di tempo. Si devono trovare soggetti e società specializzate disposte a rilasciare le certificazioni di qualità (come già avviene per altre figure professionali). Intanto alle lavoratrici interessate e ai lavoratori – in minoranza – conviene iscriversi ai corsi di preparazione già attivi.

Commenta Alessandro Lupi, vicepresidente di Assindatcolf, l’associazione che raggruppa i datori di lavoro e propone percorsi formativi gratuiti:

«Sebbene tocchi a loro occuparsi della parte più fragile della società, anziani, bambini, malati e disabili, nella maggior parte dei casi ai domestici non sono richieste specifiche competenze. Un paradosso che si vuole invertire con l’entrata in vigore della nuova Norma tecnica dell’Uni (l’ente italiano che elabora e pubblica documenti normativi volontari in tutti i settori commerciali, industriali e del terziario). Le indicazioni colmano un vuoto legislativo, poiché in Italia prima non esisteva un sistema di riconoscimento e di certificazione delle competenze degli assistenti familiari, spesso sprovvisti di una adeguata preparazione e non sempre tutelati. Per la prima volta, risultato per il quale ci siamo battuti, vengono stabiliti i requisiti relativi alle attività domestiche. Si tratta di un primo passo, fondamentale e utile per tutte le parti coinvolte. La strada adesso va completata. Colf, badanti e baby sitter, se e quando gli enti certificatori daranno la disponibilità e i meccanismi previsti entreranno a regime, potranno accedere a un esame per ottenere la “patente” di qualità e le famiglie avranno una garanzia in più. I test – precisa sempre Lupi – non saranno obbligatori, ma volontari. L’auspicio è che con il rilascio degli attestati si riesca a partire prima della fine dell’anno, in autunno. Solo garantendo percorsi di formazione e certificazione professionale specifici – rimarca – si sostengono le famiglie, si aiutano i lavoratori e si conferisce al comparto la dignità che merita».